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BiblioChiarini
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Chiusura estiva da venerdì 1 agosto al 2 settembre.

Intelleg(g)o… dunque sono

Lo sguardo che legge, l’identità che cresce tra cinema e letteratura.
Il percorso propone una serie di testi che, da prospettive diverse, riflettono sul rapporto tra cinema e costruzione del sé. Vi si intrecciano le parole di teorici del cinema — come Laura Mulvey, Christian Metz, Bell Hooks e Giuliana Bruno — che ci aiutano a capire come lo sguardo non sia mai neutro, ma sempre situato, culturalmente e politicamente orientato. In questo contesto, il cinema diventa un ambito di riflessione in cui le immagini non solo raccontano storie, ma costruiscono realtà e modelli di pensiero, preservando anche una memoria culturale che ci aiuta a comprendere il presente e a riflettere sul nostro passato.
Accanto a queste letture teoriche, si inseriscono scritture autobiografiche e romanzi in cui il cinema è direttamente legato alla memoria, alla biografia e al racconto di sé. Dai taccuini intimi di Ingmar Bergman e Derek Jarman alle riflessioni di Agnès Varda, Chantal Akerman e Federico Fellini, ai toni ironici e profondi di Alberto Moravia ed Ennio Flaiano, fino alla scrittura lucida di Giuseppe Pontiggia, questi libri mostrano come il cinema possa essere un potente strumento per raccontare se stessi, interrogarsi sulle proprie scelte e mettere in scena le proprie fragilità, i propri sogni e le proprie trasformazioni. La pratica cinematografica diventa, quindi, un’occasione di esplorazione interiore e di riflessione critica sul mondo che ci circonda.
Un capitolo importante di questo percorso è riservato al cinema come spazio di alterità e di empatia: uno spazio che educa a vedere il mondo dalla prospettiva dell’altro, a superare stereotipi e automatismi dello sguardo, e a vivere il cinema come un’esperienza di incontro. In questo senso, le riflessioni di Laura Rascaroli, Goffredo Fofi, Pier Paolo Pasolini e Dario Cecchi ci accompagnano a pensare il cinema non solo come un esercizio estetico, ma come una pratica etica, un atto di apertura verso l’altro e di comprensione profonda delle sue esperienze.
Il percorso si conclude con alcuni libri che abitano la soglia tra letteratura e cinema — Italo Calvino, Roland Barthes, Andrej Tarkovskij, Wim Wenders — proponendo un’ulteriore riflessione su come leggere e guardare siano gesti simili: modi di abitare il mondo, di attraversarlo, di raccontarsi, e di dar forma alla nostra esistenza. Cinema e letteratura diventano così strumenti complementari nella costruzione di sé e nella comprensione del mondo. Le immagini e le parole non sono solo veicoli di storie, ma anche pratiche di libertà, di consapevolezza e di auto-scoperta.
Guardare un film — come leggere un libro — può essere un esercizio di libertà, un atto di consapevolezza, uno spazio in cui si forma (o si trasforma) il proprio modo di essere al mondo.

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