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Penultimo film di Charlie Chaplin, “Un re a New York” è il suo primo girato in Europa dove, vittima del maccartismo, si è trasferito dopo il divieto a rientrare negli Stati Uniti. È forse la sua opera più amara e apertamente autobiografica, in cui il bersaglio della satira è proprio l’american way of life.
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Protagonista il re 'vagabondo' Shadov – interpretato dallo stesso regista – in fuga da un immaginario stato europeo travolto dalla rivoluzione per approdare nell’America delle libertà, che scopre invece dominata dal culto del denaro, dal cinismo mediatico, dalla pubblicità, dalla chirurgia estetica e dalla caccia alle 'streghe rosse'. Accanto al tono graffiante, sopravvive la grazia slapstick e musicale del grande clown, che si muove tra conferenze sull’energia atomica e cene di beneficenza come un principe fuori tempo, in un mondo dove tutto è spettacolo e nulla è più sacro. Il film è anche una struggente riflessione sulla vecchiaia e sull’esilio: Chaplin vi riversa il dolore personale per la patria perduta e la tenerezza di un padre che, nella figura del giovane comunista interpretato da suo figlio Michael, ritrova la purezza delle proprie battaglie giovanili. La lucidità e l’audacia del ritratto rendono Un re a New York, malcompreso dalla critica alla sua uscita, un'opera profetica e sorprendentemente attuale. Ancora una volta, un capolavoro da riscoprire. Oltre al film, il cofanetto propone un disco di approfondimenti e rarità (tra cui un video-essay di Cecilia Cenciarelli sul making of del film e due interviste a Jim Jarmusch e Michael Chaplin) e un booklet con saggi sul film di Cecilia Cenciarelli, Jonathan Rosenbaum e Peter von Bagh, un soggetto inedito di James Agee e un ricco apparato di documenti inediti provenienti dall’Archivio Chaplin della Cineteca di Bologna.