Orrore italiano
L’horror racconta le paure ancestrali radicate nell’inconscio collettivo dell’umanità quali per esempio il dolore e la morte. Inizia a strutturarsi significativamente come genere narrativo a partire dal romanzo gotico di Horace Walpole Il castello di Otranto del 1764, in linea con l’attrazione del romanticismo per il mistero e il soprannaturale. Già nel 1896 – ovvero l’anno dopo la nascita ufficiale del cinema - Georges Méliès realizza il primo film dell’orrore, Le manoir du diable. L’Italia rimane sostanzialmente estranea a questo tipo di produzione per diversi anni. In letteratura Male di luna di Pirandello viene pubblicato nel 1913 – in questo senso appare quasi ironica la scelta di Walpole di ambientare il suo romanzo nella città pugliese; nel 1957 esce I vampiri, il primo film gotico italiano firmato da Riccardo Freda. Considerata la tardiva entrata in scena dell’Italia nel panorama dell’orrore, sembra ancora più straordinario che tra i più grandi maestri internazionali del genere ci siano nomi italiani quali Dario Argento e Mario Bava. E oggi? Se è vero che l’horror è il luogo delle paure collettive e se è altrettanto vero che dal 2022 si è affermato il termine permacrisis – uno stato permanente di crisi globale caratterizzata dal susseguirsi e dal sovrapporsi di situazioni emergenziali – viene quasi spontaneo guardare alle storie del terrore come uno dei luoghi privilegiati di espressione della contemporaneità.
Questa selezione di letture vuole indagare tra le pieghe della produzione orrorifica italiana con particolare attenzione al cinema, dalle origini fino ai giorni nostri, con delle incursioni nel mondo dei fumetti, della musica e della letteratura.