Leggere il cinema
Ormai il ruolo della parola scritta come mezzo privilegiato della trasmissione delle idee è stato messo in discussione dalla proliferazione sempre più massiva di immagini. Si tratta di un fenomeno molto diverso rispetto agli apparati iconografici delle chiese medievali, che avevano la funzione di educare il popolo a un determinato sistema valoriale, sfruttando l’immediatezza della visione: al giorno d’oggi la “semplicità” delle immagini è sfruttata principalmente per scopi commerciali e non certo per stimolare processi di crescita individuale e sociale. Lo spostamento dell’attenzione dalla parola all’immagine sembra essere arrivato a un punto tale da aver spinto qualcuno a parlare di società dell’immagine. Come affrontare allora i cambiamenti sociali contemporanei? Con molta probabilità un approccio iconoclasta risulterebbe un combattimento contro i mulini a vento di donchisciottesca memoria. Meglio allora provare ad approfondire i processi di significazione del linguaggio visivo, così da scoprire quanto in realtà le immagini siano ambigue, polisemantiche e stratificate, lontane dall’ingannevole semplicità apparente, e soprattutto capaci di dirci cose importanti e di farci riflettere su noi stessi e sul mondo. In questo senso si può trovare una valida alleata nella semiotica del cinema.
La proposta bibliografica della biblioteca Luigi Chiarini, specializzata in ambito cinematografico, nasce proprio alla stregua di queste riflessioni: attraverso i testi sul cinema è possibile educarsi all’immagine, comprenderne i funzionamenti e di conseguenza riconoscere sia gli elementi affabulatori che i dettagli dietro i quali si possono celare mondi di significazione. Ecco allora che la parola riafferma la sua forza affrancatrice, anche se non più direttamente attraverso le storie, fruite sempre più in forma audiovisiva che scritta, ma ponendosi come prezioso strumento che ci aiuta a leggerle con più consapevolezza.